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Neofobia: cosa fare se mio figlio non mangia?

A tavola tra nutrizione e relazione

Quello del pasto è un momento importante nella quotidianità di ogni famiglia durante il quale entrano in gioco diversi aspetti di sviluppo cognitivo, emotivo ma soprattutto relazionale. La tavola infatti, rappresenta una palestra di crescita per il bambino e un’occasione di incontro privilegiata tra genitori e figli che favorisce la sintonizzazione e lo scambio reciproco di conoscenza. Mentre mangiano, i bambini, fanno esperienza del cibo a livello sensoriale, acquisiscono autonomia, iniziano a prendere consapevolezza dei propri gusti e bisogni, aggiungendo un tassellino alla conoscenza di sé.

Ovviamente, oltre a tutti questi aspetti, centrale nel pasto è l’assunzione di cibo che realizza un fabbisogno nutrizionale indispensabile alla sopravvivenza. Per questa ragione, quando, intorno ai 18 mesi, i bambini entrano in una fase di maggiore selettività, inizia per i genitori un periodo di fatica e preoccupazioni che a volte diventano così marcate da incidere sulla qualità di vita dell’intero nucleo.

Neofobia, una fase di selettivita’ fisiologica

La fase di selettività fisiologica che i bambini, in diversa misura, attraversano, prende il nome di neofobia.

In cosa consiste questo comportamento? Nella pratica accade che, ad un certo punto, quando vengono proposti cibi nuovi, cibi che a causa della stagionalità mancavano da tempo sulla tavola o semplicemente  cibi conosciuti ma presentati in modo diverso, questi vengono sistematicamente scartati! 

Ma perché accade? Questo comportamento sembra essere un retaggio dovuto alla necessità di saper selezionare il cibo potenzialmente nocivo e quindi garantirsi la sopravvivenza.

Solitamente questa fase ha una durata limitata nel tempo e tende a scomparire intorno ai 5 anni di età; tuttavia, come sappiamo, ogni bimbo presenta caratteristiche peculiari e tempi differenti di raggiungimento di alcuni traguardi.

Se però il nostro bambino presenta una selettività particolarmente marcata e prolungata nel tempo, è bene confrontarsi con il/la pediatra per escludere eventuali problematiche.

Come affrontare la neofobia? Ecco alcuni consigli utili!

Continua esposizione

La prima cosa da tenere a mente di fronte ai continui rifiuti è che, l’esposizione continuativa ad un certo cibo, porta ad una desensibilizzazione e ad una maggiore familiarità e questo favorisce l’accettazione.

È buona prassi quindi, continuare a proporre i cibi rifiutati, accanto a cibi preferiti, in modo che col tempo risultino familiari.

Deporre le armi

È importante non trasformare il momento del pasto in una battaglia: non insistiamo affinchè assaggino per forza un cibo, non costringiamoli a finire il piatto a tutti i costi (facciamo porzioni piccole e piuttosto offriamo il bis!), evitiamo punizioni e ricatti. Cerchiamo di mantenere un clima sereno e  di non offrire particolare attenzione ai continui rifiuti.

Mostrare un modello positivo

Se vogliamo bambini propensi ad assaggiare, mostriamoci genitori propensi a farlo. Cerchiamo di variare gli alimenti e condividere in maniera realmente presente il momento del pasto con i nostri figli.

Fare conoscenza dei cibi anche fuori dalla tavola!

La conoscenza dei cibi può avvenire anche fuori dal momento canonico del pasto.

Coinvolgere i bambini nella preparazione delle pietanze (non c’è bisogno di essere chef stellati per fare una spremuta d’arancia), oppure utilizzare gli alimenti per proporre alcuni giochi sensoriali e di manipolazione, è un ottimo modo per avvicinarli a cibi non graditi.

Se il momento dei pasti è diventato faticoso e senti di aver bisogno di un confronto contattami! Insieme potremo intraprendere un percorso educativo di supporto per la famiglia cercando di valorizzare al meglio le vostre risorse e quelle del vostro bambino.

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